Depilazione, epilazione…temporanea o permanente?

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Le metodiche tradizionali di rimozione dei peli superflui (rasatura, cera, creme depilatorie, ecc.) sono state, nel corso degli ultimi anni, perfezionate o in qualche caso soppiantate dalle nuove tecnologie.

Proviamo ad analizzare le tecniche attualmente in voga, la loro efficacia e l’effettivo rapporto fra i rischi per la salute ed i benefici estetici.
Occorre anzitutto fare una premessa di carattere terminologico: nell’accezione comune si definisce con il termine depilazione qualsiasi metodo che miri a rimuovere i peli superflui, mentre più precisamente occorre distinguere tra:

DEPILAZIONE, intesa come rimozione dei peli “alla superficie” ottenuta con mezzi meccanici (come la rasatura, i dischetti abrasivi, etc.) o chimici (come la crema depilatoria).

EPILAZIONE, cioè l’allontanamento di tutto il pelo, bulbo compreso, che può essere ottenuto attraverso due distinte modalità, la prima di carattere transitorio – il pelo ricresce dopo circa 20 giorni- , la seconda permanente o progressivamente permanente: nel primo caso parliamo di epilazione mediante estrazione/strappo (cere, pinze o epilatori meccanici), nel secondo caso di vera e propria distruzione progressiva del follicolo pilifero, per mezzo di apparecchiature e tecniche diverse le più diffuse delle quali sono l’elettrocoagulazione e l’epilazione per mezzo di laser o mediante luce pulsata.

 Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una proliferazione di nuove tecnologie che promettono di ottenere una epilazione definitiva, ovvero la cessazione permanente del ciclo vitale del follicolo pilifero e, quindi, la agognata scomparsa dei peli superflui.

Tra queste troviamo la diatermocoagulazione, anche detta elettrocoagulazione, che è rimasta per molti anni l’unica metodologia praticata, soprattutto nei centri estetici: un piccolo ago viene introdotto all’interno del bulbo pilifero e trasmette una lieve scossa elettrica tentando di distruggere la radice del pelo per impedirne, dopo alcune applicazioni successive, la ricrescita. Tale tecnica naturalmente, lavorando sul singolo pelo, può essere praticata solo su piccolissime aree e non è esente da effetti collaterali, legati in parte alla possibile inesperienza di taluni operatori, in parte alla reazione cutanea individuale. Gli effetti più nocivi sono dovuti a fenomeni infiammatori, oppure infezioni derivanti dall’utilizzo di aghi non sterilizzati, con conseguente permanenza di cicatrici (soprattutto se la parte trattata non viene adeguatamente protetta dall’esposizione ai raggi solari).

Diverso e più complesso è invece il campo di azione dell’epilazione laser, più diffusa nel recente passato, ma ormai quasi totalmente sostituita dalla epilazione per mezzo di luce pulsata (IPL). Spesso confuse tra di loro, le due tecniche presentano invece delle differenze: entrambe agiscono per mezzo di un potente raggio di energia luminosa che agisce selettivamente nei tessuti attraverso la cute.

Ma, mentre il laser si avvale di un materiale che funziona da attivatore (ad. es. l’alessandrite) ed il raggio viene veicolato attraverso l’ausilio di due specchi, nella luce pulsata ad alta intensità (IPL) il fascio di luce viene “sparato” da un potente accumulatore energetico, attraverso una speciale lampada, sulla quale viene apposto un filtro ottico specifico, a seconda del fototipo cutaneo da trattare. Va detto che, essendo la tecnologia laser più complessa, questa tecnica, ormai imprescindibile in medicina e chirurgia estetica, può essere utilizzata solo da un medico o dal chirurgo estetico, mentre l’epilazione con luce pulsata viene praticata anche nei centri estetici, sebbene la legge imponga a questi ultimi di utilizzare macchinari con una potenza inferiore (e quindi con trattamenti più lunghi e generalmente meno efficaci nel risultato finale, sebbene meno costosi) e persino in casa propria, grazie alla messa in commercio di epilatori ad uso domiciliare, naturalmente di potenza ancora inferiore. Va aggiunto che l’epilazione mediante laser è generalmente ritenuta più dolorosa rispetto a quella con luce pulsata, tanto da richiedere in molti casi l’applicazione di un anestetico ad uso cutaneo. Infine la luce pulsata, sempre rimanendo nell’ambito dell’epilazione, presenta il vantaggio di potersi applicare ad aree più ampie, con maggiore sicurezza e maggiore velocità di esecuzione. Ciò spiega dunque il motivo del suo successo commerciale.

Come funziona esattamente?

La luce pulsata agisce secondo il principio della “fototermolisi selettiva”: è dotata, cioè, di uno spettro di lunghezze d’onda che colpisce in modo selettivo la melanina presente nel follicolo pilifero. La melanina costituisce perciò il “cromoforo” selettivo e dunque il bersaglio della luce emessa dall’apparecchio.
La melanina, soprattutto nei soggetti a cute chiara, è presente in concentrazioni maggiori nel pelo rispetto alla pelle, e questo spiega perché l’energia emessa dalla luce tende a colpire il pelo e non la pelle ed ecco il motivo per cui chi ha la pelle troppo scura non può praticare l’epilazione con luce pulsata.
La luce utilizzata dai sistemi IPL (Intense Pulsed Light), del giusto tipo e per l’intervallo di tempo corretto, viene trasmessa al follicolo pilifero, dove viene assorbita dalla melanina presente ad alte concentrazioni nel fusto e soprattutto nel bulbo del pelo, dove provoca un surriscaldamento di queste strutture con progressivo danneggiamento o distruzione della matrice, la parte da cui il pelo “cresce”. Attraverso la rasatura effettuata immediatamente prima di procedere al trattamento, viene asportata la parte del fusto che sporge rispetto alla superficie cutanea; in questo modo, l’energia veicolata dalla luce pulsata può essere assorbita interamente dalla melanina presente nel follicolo pilifero, in particolare nel bulbo e nella matrice del pelo, e la depilazione risulterà più efficace. Sono infatti queste le strutture coinvolte nel ciclo di crescita del pelo, e non il fusto. L’energia veicolata dalla IPL si trasforma dunque in calore. Quando la temperatura supera i 50-70° per 1 millesimo di secondo, riesce a disgregare le proteine e così interrompe o mette in pausa il ciclo di crescita del pelo. Il bulbo pilifero, infatti, danneggiato dal calore intenso, non è più in grado di far crescere la peluria per un periodo molto lungo. Sfortunatamente si riesce a danneggiare solo i bulbi piliferi in fase di crescita (anagen) e non tutti i bulbi piliferi presenti nella zona trattata. Per questo motivo occorre ripetere le sedute ad una distanza variabile fra i 15 e i 30 giorni, in modo da colpire sempre una buona percentuale di peli in crescita, per cicli che variano dalle 4/5 alle 8/9 sedute in totale.

Chi può ricorrere alla luce pulsata?

Purtroppo l’epilazione IPL non può essere praticata a chiunque!
Il risultato ottimale si ottiene con soggetti dalla pelle chiara e con il pelo scuro; in questo caso infatti, tutta (o gran parte) dell’energia emessa viene assorbita dalla melanina del pelo e non dalla melanina presente sulla pelle. Inoltre, essendo la pelle chiara, l’apparecchiatura può essere regolata per utilizzare parametri di potenza più elevati e tempi più lunghi, senza il rischio di danneggiare la cute. Nelle persone bionde che hanno peli chiari contenenti poca melanina, per gli stessi principi sopra esposti, questo dispositivo funziona in modo meno efficace. Lo stesso dicasi per le persone “feomelaniche” ovvero generalmente rosse di capelli e con pelle molto chiara: il loro pigmento (la “feomelanina”) è diversa da quella più comune (l’“eumelanina”) ed assorbe meno per sua stessa natura l’energia veicolata dalla luce. Nelle persone con pelle olivastra, il trattamento potrà risultare meno efficace poiché verranno selezionati parametri meno potenti per evitare di danneggiare la cute. Le persone di pelle molto scura, o con abbronzatura intensa, o di pelle nera non possono essere trattati, avendo una concentrazione di melanina troppo alta nella pelle. Per lo stesso motivo, questa tecnica non può essere utilizzata in zone cutanee naturalmente più scure (capezzoli, areola, genitali, cicatrici…), così come su zone della pelle tatuate (anche in caso di tatuaggi all’hennè), dove può provocare lesioni.
L’ epilazione inoltre risulterà più efficace sui peli spessi, rispetto a quelli più sottili, e sui bulbi più superficiali (ad esempio quelli di gambe e braccia) rispetto a quelli posizionati per struttura a maggiore profondità (ad esempio quelli di ascelle e inguine).

Quali sono i rischi?

I rischi più frequenti sono rappresentati dalle macchie; si tratta di ipo o iperpigmentazioni cutanee (ovvero macchie chiare o macchie scure), che possono regredire spontaneamente in qualche settimana o mese, sebbene siano manifestazioni statisticamente rare (1-7%). La macchie chiare si verificano se si agisce su una cute abbronzata perché si danneggia la melanina; le macchie scure si manifestano per effetto termico di stimolazione della melanina nelle zone vicine al pelo.
Dopo un trattamento possono comparire eritema (rossore), formicolio, ipersensibilità, che generalmente scompaiono dopo alcune ore. Altri rischi, connessi in genere alla carenza di professionalità dell’operatore, possono essere ustioni o bruciature, che a loro volta se non trattate idoneamente, possono dar luogo nei casi più gravi ad infezioni e/o cicatrici.
È assolutamente controindicato sottoporsi alle sedute di luce pulsata durante i mesi estivi (quando la pelle è comunque esposta ai raggi solari) ed in presenza di teleangectasie (i cosiddetti capillari superficiali dilatati), così come in presenza di sofferenze del circolo venoso. Infine, è bene evitare questo tipo di trattamento in gravidanza, allattamento e nelle condizioni cutanee che evidenziano patologie dermatologiche (dermatiti, allergie, acne, psoriasi, etc. )

Può dirsi definitiva?

Ad oggi non si può affermare che l’epilazione per mezzo di luce pulsata o mediante altre tecniche sia effettivamente definitiva. In generale diminuisce il numero dei peli dell’area trattata e si rallenta notevolmente il tempo di ricrescita, il che rappresenta comunque un grande risultato nei casi di irsutismo più grave. Le variabili in gioco sono molteplici e vanno dal fototipo cutaneo, come si è visto sopra, alla potenza ed efficienza dei macchinari, alla competenza di chi li usa, alla continuità e regolarità del trattamento. Si può piuttosto affermare che questa tecnica è progressivamente definitiva e che, quando costantemente utilizzata nel tempo, può far arrivare al punto di “non ritorno” l’officina di produzione del fusto pilifero…ovvero la matrice. La catena produttiva si ferma all’origine ed il pelo non cresce più.
Insomma i peli superflui hanno i giorni contati: è vicino il momento in cui si realizzerà finalmente il sogno di una pelle liscia e glabra, ottenuta senza troppi sforzi e, soprattutto, senza troppe sofferenze.