Tornare al sole in sicurezza

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Lockdown e confinamento post fase 1 sono almeno per ora superati ed è ora necessario guardare coscienziosamente al futuro per stabilire comportamenti, abitudini e stili di vita sani, anche per la pelle. Come “effetto rebound” questo periodo di quarantena ha senza dubbio scatenato un desiderio, spesso sconsiderato, di giornate all’aria aperta, al mare, in campagna o in città, per godere i benefici del primo sole estivo che, sì scalda, ma induce anche scottature.

“Organo cute” ed esposizione solare hanno da sempre un rapporto complicato e fortemente contrastato: rischi o benefici del sole? Fotoprotezione sì o fotoprotezione no? Se sì, perché auspicabile, come?

Effetti UV

È ben noto che le radiazioni ultraviolette possano apportare all’organismo molteplici benefici e la loro assenza può avere un impatto altrettanto negativo sull’organismo. Esposizioni UV moderate e controllate promuovono il benessere riducendo lo stress, aumentando l’attività mentale e attivando la sintesi di vitamina D3, dimostrando anche effetti benefici sul decorso di vari disturbi dermatologici, come la dermatite atopica o la psoriasi, fornendo pertanto le basi della fototerapia come metodo di cura.

Allo stesso tempo la radiazione solare rappresenta un fattore di alto rischio per la salute umana poiché responsabile dell’instaurarsi di differenti processi metabolici, patogenetici e non, con un range di azione che varia dalle più frequenti scottature cutanee ai quadri più complessi di foto-carcinogenesi indotta, al fotoinvecchiamento.

Se da un lato quindi le radiazioni ultraviolette possono dar luogo a reazioni negative immediate ed acute (scottature, eritemi, foto-allergie) o tardive e croniche (foto-aging, foto-dermatosi, foto-immunosoppressione, foto-carcinogenesi), dall’altro la loro totale assenza non è auspicabile.

Per tale motivo formulazioni cosmetiche con filtri solari sono state inizialmente sviluppate per proteggere la pelle dalle scottature ed eritemi solari, cioè dai danni acuti ed immediati derivanti dall’esposizione alla luce del sole. Successivamente, quando è stata compresa la relazione tra esposizione solare e tumori della pelle, l’uso della protezione solare è diventato il punto cardine su cui si basa la strategia generale dei programmi di prevenzione primaria del cancro cutaneo, ad esempio nel caso del carcinoma squamocellulare, inequivocabilmente connesso all’esposizione solare come dimostrato da numerosi studi.

I prodotti di protezione solare (sia contenenti schermi fisici che filtri chimici) contribuiscono efficacemente a fornire un’adeguata protezione anche nei confronti di altri problemi della pelle come il foto-invecchiamento, le alterazioni della pigmentazione e le fotodermatosi UV-indotte.

Solari

Esposizione consapevole ed uso di prodotti solari fotoprotettivi sono promossi nelle numerose campagne sulla salute pubblica come comportamenti quotidiani, indispensabili e salutari quando si è esposti al sole. Di fatto dunque, il loro utilizzo è in costante aumento.

A tal proposito la ricerca scientifica, gli sviluppi formulativi nel settore dermo-cosmetologico e la maggior consapevolezza, sia delle aziende che del consumatore/paziente, hanno determinato la produzione di solari specifici ed all’avanguardia, con capacità di protezione ad ampio spettro o spettro-specifico, efficace sia nei confronti delle radiazioni UVA che UVB.

Il compendio di protezione solare dunque oggi rappresenta il vero e superamento di quel dualismo che vedeva protagonista lo scontro tra i possibili benefici e/o effetti negativi per la salute, sia nel caso di stili di vita “anti-sole” che di abitudini di esposizioni eccessive.

Il prodotto per la protezione solare è un cosmetico in continua evoluzione, al passo tra dermatologia, discipline connesse come la fotobiologia ed innovazione tecnologica, con un ruolo di importanza ormai definibile fondamentale, considerato che il suo utilizzo costituisce l’unico strumento sicuro (insieme agli indumenti) per contrastare efficacemente i danni foto-indotti: attraverso l’utilizzo di filtri chimici e/o schermi fisici è in grado di proteggere la pelle dalla radiazione ultravioletta, anche selettivamente, perché fornisce un valore certo di protezione solare (SPF – Sun Protection Factor). Questo valore numerico indica il livello di protezione garantito da un prodotto che ne riporta la specifica in etichetta. Dalla Raccomandazione della Commissione europea del 2006, per non confondere il consumatore, è caldamente consigliata la classificazione descrittiva del livello di protezione raggiunto dal prodotto (bassa, media, alta, molto alta). Inoltre la protezione UVA dovrebbe sempre corrispondere ad almeno 1/3 di quella UVB corrispondente all’SPF.

Va qui ricordato che, nel caso dei prodotti di protezione solare, l’efficacia corrisponde, o perlomeno è fortemente connessa, alla sua sicurezza. Inoltre, anche se ultimamente molto si è discusso sul profilo tossicologico e sulla compatibilità ecologica di filtri e schermi solari, i dubbi sollevati spingono ad ulteriori sfide e future opportunità di innovazione tecnico-scientifica nell’ambito del prodotto di fotoprotezione.

Foto-protezione topica ad hoc e foto-protezione con integrazione alimentare

Negli ultimi anni il suo utilizzo non è più limitato alla prevenzione dei danni UV-indotti, ma si sta aprendo ad una nuova opportunità dermatologica che vede il prodotto di protezione solare con specifico e/o selettivo fattore di protezione solare (SPF – Sun Protection Factor) quale coadiuvante nel trattamento di alcune patologie della pelle, a disposizione del dermatologo. Questa “foto-protezione dedicata” sta rivolgendo l’attenzione allo sviluppo di formulazioni cosmetiche da un lato per proteggere dai raggi UV, ma dall’altro riuscire a migliorare alcune particolari alterazioni o patologie che affliggono la cute e che possono trovare giovamento dall’effetto della radiazione solare o sua frazione di spettro.

La scelta del prodotto solare sarà effettuata in base al sistema filtrante presente nel prodotto (ampio spettro o filtri specifici per determinate lunghezze d’onda, alla tipologia di pelle ed eventuali sue problematiche individuali, con la presenza di eventuali altri ingredienti funzionali aggiuntivi per un “surplus” di attività mirata.

Se una fotoprotezione ad ampio spetto è indicata nei confronti del foto invecchiamento, delle cheratosi attiniche, dei carcinomi spinocellulari, e del melanoma, un sistema filtrante specifico è ideale nel trattamento di psoriasi e vitiligine dove, alcune lunghezze d’onda della radiazione UV, possono apportare un beneficio, seppur temporaneo, della patologia. Ad esempio la radiazione UVB a banda stretta con il picco di lunghezza d’onda a 311 nm agisce in maniera diretta contrastando l’accelerato turnover cellulare che si riscontra nella psoriasi e in modo indiretto, come immunomodulatore, contrastando alcuni dei meccanismi alterati del sistema immunitario che, a livello cutaneo, rappresentano una delle cause della psoriasi.

Sono state per questo sviluppate formulazioni di protezione con filtro UV selettivamente filtrante per le lesioni psoriasiche, poiché manifestano una maggiore capacità di fotoadattamento che porta alla tolleranza di dosi molto più alte di UV rispetto ad una cute normale.

Anche in pazienti acneici è particolarmente indicato l’utilizzo di prodotti solari caratterizzati da un sistema filtrante specifico in grado di schermare UVA e UVB, lasciando però passare una significativa porzione della

cosiddetta “Blue Light” (spettro tra 407 e 420 nm), fascia con attività benefica nei confronti dell’acne, come riportato da numerosi studi scientifici che ne hanno dimostrato l’efficacia inibente sulla proliferazione del P. Acnes. Nascono così anche “fotoprotettivi dedicati” a pazienti con couperose, rosacea o alterazioni del microcircolo che possono così provvedere nello stesso tempo, oltre che ad una efficace protezione solare, al mantenimento di un specifico effetto coadiuvante terapeutico grazie a sostanze funzionali specifiche vaso-protettrici, antinfiammatorie e vasocostrittrici.

A supporto della foto-protezione topica sta recentemente sempre più affermandosi il concetto di foto-protezione sistemica che vede, accanto all’applicazione sulla cute di filtri e schermi solari, un’integrazione alimentare di principi funzionali altamente antiossidanti, quali ad esempio l’Acido Ferulico, la Genisteina, i Polifenoli del The verde, il Resveratrolo ed il Licopene, utili al ripristino del benessere cutaneo e per contrastare lo stress ossidativo cellulare, determinato dall’attivazione della cascata di radicali liberi, notoriamente favorita dall’esposizione alle radiazioni solari.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

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Scott A.M., Stehlik P., Clark J., Zhang D., Yang Z., Hoffmann T., Mar C.D., Glasziou P.: “Blue-Light Therapy for Acne Vulgaris: A Systematic Review and Meta-Analysis”, Ann Fam Med. 2019 Nov;17(6):545-553o 2020


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Author: Gigas_aideco