I PARTE: DIFFERENZE CUTANEE TRA LE ETNIE
Ogni qualvolta si discute di differenze tra le varie etnie, si sollevano temi e concetti di diversa natura, politico/sociale, psicologico e biologico. Ma quest’ultimo è senza dubbio il meno trattato e conosciuto ed è un vero peccato… Alcuni antropologi hanno affermato che “la conoscenza e l’assimilazione, sia al livello dei vari settori di ricerca sia al livello dell’opinione pubblica dei principi della Biologia e in particolare del concetto biologico di etnia può contribuire al superamento di ogni forma di razzismo vecchio e nuovo” (Di Siena, cit. in Alciati, 1985, p. 691).
Il fatto che solo il 5-15% del materiale genetico è responsabile delle variazioni su cui sono basate di solito le classificazioni tra le etnie (per cui ne risulta che per il rimanente 90% il patrimonio genetico è comune a tutti gli esseri umani), fornisce una chiara risposta a tutti coloro che ancora “credono” ancora alla effettiva diversità tra gli individui. Come cita J. Hiernaux (1979, pp. 148-149), “a causa di molteplici processi di migrazione e di espansione su grande scala, avvenuti nel passato (ma ora soprattutto…), la maggior parte delle popolazioni…rappresenta oggi la mescolanza biologica di numerose componenti ancestrali, spesso molto diverse tra loro”. In realtà avviene quindi che “nessun individuo mostra tutte le caratteristiche tipologiche della specie umana alla quale appartiene” (Alciati, 1985, p. 687). Per classificare nelle linee generali la distribuzione delle diversità tra gli esseri umani, si fa riferimento solitamente alla situazione precedente al 1492 (scoperta delle Americhe) prima dei grandi viaggi transoceanici che hanno determinato l’inizio di un elevato flusso di popolazioni e alla successiva commistione della maggior parte dei gruppi umani (tabella 1).

Le diverse tonalità di colore della pelle, dei capelli e degli occhi, il numero e la conformazione di peli e capelli sono solo alcuni dei parametri considerati, ma sicuramente i più importanti dal punto di vista dermatologico. Il colore della pelle dipende dall’interazione di diversi fattori quali la forma e il numero dei melanosomi, lo stato dinamico della circolazione cutanea, che aumenta o diminuisce la quantità di ossiemoglobina, la presenza di sostanze biochimiche o di agenti terapeutici come emosiderina o carotenoidi, la formazione e la distribuzione dei granuli di pigmento. Nelle diverse popolazioni del Pianeta, è presente un’ampia variazione di colori, dalla pigmentazione molto scura delle persone dell’Africa occidentale e dell’India meridionale, all’olivastro delle popolazioni pakistane, fino alla pigmentazione chiara dei popoli del nord Europa (schema 1). Il colore della pelle è determinato dalla quantità e dal tipo di pigmento, denominato melanina, che si presenta in due forme: la feomelanina, che corrisponde ai colori dal giallo al rosso, e la eumelanina che va dal marrone scuro al nero. Nelle persone con pigmentazione cutanea più scura, i granuli di pigmento sono larghi e circondati individualmente da una membrana limitante, mentre nei caucasici, con carnagione molto più chiara, i melanosomi sono più piccoli e impacchettati in unità multiple. La cute delle popolazioni dell’Asia orientale mostra invece caratteristiche intermedie.

Ma esistono differenze sostanziali tra pelle bianca (chiara) e pelle nera (scura)?
Partendo dall’epidermide, sia nella pelle nera che nella pelle bianca, lo strato corneo ha lo stesso spessore complessivo ma nei primi è più compatto, più denso, a causa del maggior numero di strati cellulari. La pelle nera possiede una efficace funzione barriera esercitata dall’epidermide, una diminuita penetrazione percutanea chimica per molti composti (nicotinati, dinitroclorobenzene) ed una maggiore resistenza elettrica. Probabilmente a causa dell’aumento della perdita d’acqua trans epidermica (TEWL), osservata sia in vivo sia in vitro, la cute e il cuoio capelluto dei soggetti di pelle scura tendono più facilmente a divenire xerotici. Di conseguenza mostrano una maggiore facilità alla desquamazione che spinge gli individui che ne sono colpiti ad applicare vari tipi di oli e sostanze grasse con conseguenze spesso di problemi di occlusione per i follicoli pilo sebacei. Per quanto riguarda l’apparato melanocitario, la differenza si basa sul tipo e numero di melanosomi prodotto e sulla loro distribuzione all’interno dei cheratinociti, nella distribuzione del pigmento in tutti gli strati dell’epidermide fino al corneo nella produzione significativa di eumelanina. Nella pelle chiara i melanosomi sono piccoli e limitati allo strato basale alla porzione più bassa dello strato spinoso. La densità delle ghiandole sudoripare eccrine e sebacee per unità di superficie è la stessa in entrambi i casi. Differenze maggiori si evidenziano nei capelli, soprattutto per quanto riguarda la sezione di taglio e la forma del follicolo pilifero. Per quanto si riferisce invece al derma ed al sottocutaneo, in microscopia ottica la distinzione tra il derma papillare e reticolare, appare meno netta nella cute nera. A differenza della cute bianca, le fibre elastiche della giunzione dermo-epidermica e del derma papillare sembrano essere disposte in modo più disordinato.