Igiene intima

Igiene intima 1500 550 Aideco
igiene intima

I PARTE: Introduzione

L’igiene intima un tempo era intesa solo come pulizia; oggi, con l’ampliamento delle conoscenze scientifiche, il termine ha acquisito un significato più ampio e comprende tutto ciò che serve come prevenzione.

Per “igiene intima” si intende dunque quell’insieme di regole, comportamenti e pratiche utili a mantenere in un buono stato di salute la cute degli organi genitali. Momento fondamentale dell’igiene intima è la detersione.

La detersione delle regioni perianogenitali non può prescindere dalla considerazione che tali aree sono caratterizzate da condizioni anatomo-fisiologiche peculiari.In tali aree, accanto ad un’abbondante secrezione sebacea, è presente anche una considerevole secrezione sudorale sia apocrina che eccrina. I secreti ghiandolari, l’accumulo di umidità dovuto alla conformazione anatomica, lo sfregamento che in tali zone si produce, nonché la vicinanza con gli apparati genito-urinario e digerente, determinano condizioni che facilitano la crescita dei microrganismi che qui trovano ottime condizioni ambientali per il loro sviluppo. Inoltre, nella donna in età fertile, sia le normali secrezioni vaginali determinate dalla flora residente, che le mestruazioni, aggiungono al già delicato equilibrio di queste aree, un’ulteriore complessità.E’ dunque giustficato dedicare all’igiene intima un’attenzione particolare, soprattutto nel sesso femminile , dove la stessa configurazione anatomica espone le pseudomucose della vulva, ancor più aggredibili della normale cute cheratinizzata, al contatto con sostanze potenzialmente irritanti come i tensioattivi.Ecco allora che la detersione intima dovrebbe svolgere le seguenti azioni:

  • Pulire: ovvero rimuovere dal film idrolipidico di superficie l’eccesso di batteri e di altri microrganismi presenti insieme ai detriti tessutali e ad altri contaminanti esterni.
  • Controllare la flora microbica: ovvero la “pulizia” dovrebbe avere un’azione batteriostatica per impedire la proliferazione di microrganismi patogeni.
  • Proteggere: la detersione rimuove necessariamente una parte del film idrolipidico. Sostanze filmanti protettive devono, con la detersione, sostituirsi a quelle rimosse.
  • Profumare: un delicato odore deve permanere dopo la detersione per aumentare il comfort della persona
  • Essere risciacquabile: non devono rimanere tensioattivi o sostanze irritanti dopo che l’acqua abbia rimosso il detergente.

IL DETERGENTE “IDEALE”

Prima regola di una corretta igiene intima è una buona detersione dei genitali esterni, che tra l’altro determina una piacevole sensazione di freschezza. Il risultato può essere ottenuto utilizzando prodotti che contengano sostanze ad alto potere detergente, ma in grado di mantenere inalterato il pH naturale dell’ambiente. I comuni saponi, per esempio, pur possedendo i requisiti di buoni detergenti, determinano una reazione di tipo alcalino che li rende non adatti per l’igiene della parte. In generale, soprattutto in passato, molti consigliavano l’uso del classico sapone di Marsiglia che, nonostante lo sviluppo di un pH alcalino in soluzione acquosa, contiene un’alta percentuale di sostanze grasse. Inoltre, per una migliore detersione delicata, in particolare quando è già presente una generale sensibilità delle mucose o un abbassamento del sistema immunitario, è  meglio preferire detergenti acidi specifici, formulati per questa zona del corpo. Il detergente ideale per l’igiene sia maschile che femminile nell’ambito dell’igiene intima è preferibilmente un syndet ( acronimo di ‘synthetic detergent’) e dovrebbe avere i seguenti requisiti:

I tensioattivi impiegati dovrebbero essere i meno aggressivi possibili, anche a costo di un basso potere schiumogeno ( è meglio quindi evitare gli anionici potenti). La funzione dei  tensioattivi  nei detergenti intimi è catturare i residui da eliminare, che successivamente vengono trascinati via dall’acqua. Se però sono troppo aggressivi (in linea di massima l’aggressività è tanto maggiore quanta più schiuma producono), i tensioattivi possono indebolire i lattobacilli, che non riescono a mantenere stabile il pH acido. Inoltre determinano una sorta di esfoliazione delle cellule superficiali delle mucose genitali che si può tradurre in una perdita di resistenza della superficie che spiana la strada all’impianto di germi patogeni. Al tempo stesso il prodotto deve essere in grado di rimuovere almeno parte del film idrolipidico di protezione, abbondante in tali aree, le secrezioni organiche presenti e l’eventuale sporco depositato su di essi.

  • Il prodotto non dovrebbe avere profumazioni. Spesso questa caratteristica è determinata dalla presenza di sostanze potenzialmente allergizzanti, che a contatto quotidiano con la mucosa genitale, possono dare origine a reazioni irritative o allergiche da contatto, che la donna avverte con sintomi quali  prurito o bruciore.
  • Il prodotto deve essere dotato di una buona ‘risciacquabilità’, cioè non devono rimanere tracce di esso sui tessuti dopo che sia stato lavato via dall’acqua. Le pseudomucose genitali sia nell’uomo che nella donna sono solo parzialmente cheratinizzate ed offrono pertanto una minor difesa nei confronti dell’azione sia dei tensioattivi che di altre sostanze presenti nel prodotto che potrebbero causare fenomeni di irritazione e/o sensibilizzazione. Per tali motivi è bene evitare prodotti contenenti profumazioni che non siano state valutate per il loro potere sensibilizzante.
  • Il prodotto deve essere dotato di un pH tendenzialmente acido almeno intorno al valore di 6. Può essere talora utile anche un pH più basso se si è in presenza di infezioni batteriche o micotiche della cute.
  • Utile appare la presenza nella formula di sostanze dotate di attività di controllo sulla flora microbica. Essendo un cosmetico, un prodotto per l’igiene intima non deve essere interpretato come un farmaco antibiotico: l’attività antimicrobica deve essere pertanto moderata e non deve essere tale da danneggiare la flora cutanea residente perché si potrebbe favorire la proliferazione di microrganismi patogeni.
  • Il cosiddetto ‘packaging’ ha la sua importanza perché, specialmente per tali prodotti, deve evitare che il contatto con le mani o con l’aria permetta lo sviluppo nel prodotto stesso di microrganismi potenzialmente patogeni.