Cuoio capelluto e capelli: fisiologia, problemi comuni e cosmetologia

Cuoio capelluto e capelli: fisiologia, problemi comuni e cosmetologia 1500 550 Aideco
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II PARTE: IL CAPELLO ED IL SUO CICLO DI VITA

Il capello è un pelo terminale che si trova in un particolare alloggio della pelle a forma di sacco il FOLLICOLO PILIFERO, inclinato di circa 75° rispetto alla linea della superficie cutanea. La parte inferiore del follicolo pilifero si trova nella parte più profonda del derma ma il livello è variabile da capello a capello (la profondità media è di circa 0,6-1 cm). In corrispondenza del terzo superiore del follicolo pilifero sbocca la ghiandola sebacea da cui la definizione più accurata di FOLLICOLO PILOSEBACEO. Sulla parete esterna del follicolo è ancorata un’estremità del muscolo erettore del pelo.

I capelli veri e propri sono in media 160 – 240 per cm2. Solo un follicolo su tre è “abitato” da un vero capello mentre negli altri due è presente solo un piccolo pelo vellus. Il numero totale dei capelli in un giovane adulto varia pertanto da 90.000 a 150.000 e scende con gli anni a 60.000 – 100.000.  Nell’alopecia androgenetica  gran parte dei follicoli scompaiono (si miniaturizzano). Questi valori possono dunque diventare anche notevolmente inferiori. In generale il capello può essere descritto nel modo seguente:

  • zona  esterna al follicolo (STELO o FUSTO) 
  • zona interna al follicolo fra l’ostio del follicolo e l’attacco inferiore del muscolo erettore del pelo inserita nella cute e quindi normalmente non visibile (RADICE)   
  • zona sottostante, alloggiata nella porzione più profonda del follicolo (BULBO) caratterizzata alla sua base  da due – tre file di cellule sovrapposte a rapida riproduzione che costituiscono la MATRICE

Le cellule della matrice sono le sole cellule mitotiche del pelo (ovvero che si riproducono). Tagliare spesso i capelli non significa dunque “rinforzarli” ma solo evitare ulteriori traumi  al fusto (lavaggi, spazzolature, etc.).  Il tasso di crescita normale può variare da 0,30 a 0,35 mm al giorno. 

La sezione di un capello invece evidenzia 3 diverse zone: 

LA CUTICOLA: parte esterna del capello apparentemente formata da 4-7 file di cellule trasparenti e sottili disposte verticalmente a livello della radice e obliquamente a livello del fusto, disposte  a “scaglie” embricate; considerando sua la posizione esterna è la prima zona ad essere danneggiata; 

LA CORTECCIA: zona intermedia è la parte più abbondante ed è formata da cellule più grandi e di forma fusata  disposte verticalmente in file parallele; contengono il pigmento melaninico che tende a ridursi con l’età facendo poi diventare il capello “bianco” (incanutimento); per “decolorare” il capello è necessario che la reazione chimica avvenga a livello della corteccia considerato che la cuticola più esterna non è colorata;

IL MIDOLLO interno formato da cellule arrotondate, disposte a colonne, generalmente separate fra loro da spazi d’aria

La proteina fondamentale che costituisce il pelo è la cheratina che per le sue caratteristiche di compattezza, resistenza, elasticità e durezza viene definita come “cheratina dura”. Nei peli normali si trovano in abbondanza CISTINA, CISTEINA, SERINA, GLUTAMMINA, ARGININA, ASPARAGINA, PROLINA, GLICINA, VALINA, LEUCINA, ISOLEUCINA ed in quantità minori altri aminoacidi come TRIPTOFANO, TREONINA, TIROSINA, FENILALANINA, ARGININA, ALANINA, METIONINA.

La cheratina è contenuta principalmente nella corteccia (della quale ne costituisce la massima parte); gli aminoacidi presenti in maggiore quantità nella cheratina sono la cisteina e la cistina (unione di due molecole di cisteina). Le catene di cisteina sono rese stabili da  3 tipi di “ponti”:
  • legami idrogeno (che conferiscono solidità)
  • ponti fra catene acide e catene basiche (che si rompono con gli acidi forti)
  • ponti disolfuro (quando vengono spezzati come nelle permanenti il capello cambia forma)

La cheratina può essere deformata con il vapore acqueo attraverso la cosiddetta “messa in piega”.Il processo di cheratinizzazione dei peli è regolato da molteplici fattori: produzione ormonale, Vitamine, fattori genetici e metabolici,  metabolismo del colesterolo e sua esterificazione con acidi grassi sintetizzati dall’epidermide, altri. Ne consegue necessariamente che carenze dietetiche e/o difetti enzimatici delle vie di sintesi del colesterolo e degli acidi grassi possono provocare una cheratinizzazione anomala con conseguenti difetti strutturali del fusto. I macroelementi , i microelementi  e gli oligoelementi rappresentano una componente essenziale dei sistemi proteico-enzimatici. Esiste inoltre una correlazione diretta fra la quantità di oligoelementi  presenti nel sangue e quelli presenti nel capello.   Si riportano alcuni esempi:

  • il ferro (media 4-12 mg/gr) più abbondante nei capelli rossi rispetto a quelli biondi e neri 
  • il magnesio (media 30-45 mg/gr) più abbondante nei capelli di colore nero (fino a 170 mg/gr); 
  • lo zinco (media 150-180 mg/gr) indispensabile per la corretta funzione dei fattori di crescita e quindi per la attività delle cellule germinative della matrice 
  • il rame (media 16-50 mg/gr) indispensabile per catalizzare la conversione della tirosina a DOPA (nel processo di sintesi della melanina) e per consentire l’ossidazione della cisteina in cistina con formazione dei ponti disolfuro 
  • e solo come nota interessante…il piombo normalmente assente; considerato che la quasi totalità del piombo presente nell’organismo deriva da quello esogeno (il capello ne rappresenta la sede principale di accumulo) la sua misurazione a livello della parte distale del fusto viene utilizzata per valutare la presenza di questo metallo nell’inquinamento ambientale 

È ormai dimostrato che esiste un diretto rapporto fra stato nutrizionale e sintesi delle cheratine dure dei peli e delle unghie. Una dieta inappropriata, come gli stati carenziali soprattutto qualitativi, possono provocare un effluvio e contribuire ad aggravare un defluvio già in atto talvolta in modo irreparabile. Schematizzando, gli stati nutrizionali si possono classificare come segue:

  • carenza di aminoacidi e proteine (acuta e cronica) 
  • carenze nutrizionali generiche 
  • carenza di acidi grassi essenziali 
  • ipovitaminosi e ipervitaminosi 

Ad esempio, l’ipovitaminosi ma anche l’ipervitaminosi da Vitamina A portano ad alterazioni della cheratinizzazione con caduta di capelli in telogen negli stati di carenza ed in anagen negli stati di intossicazione acuta. Inoltre si attribuisce ormai da anni alla Vitamina H (B8 – Biotina) un particolare effetto positivo nella crescita dei capelli.Nel caso di clienti che perdono i capelli è auspicabile consigliare un’appropriata visita dermatologica. Dal punto di vista pratico può essere utile chiedere a questo tipo di cliente: se ha seguito diete particolari se ha avuto una perdita di peso nell’ultimo anno o negli ultimi mesi se soffre di disturbi intestinali che possano condizionare un malassorbimento se fa uso di lassativi se usa farmaci diretti ad inibire l’assorbimento di sostanze alimentari suggerire una visita dermatologica Gli aminoacidi sono sicuramente necessari al trofismo del cuoio capelluto e dei capelli  (in particolare la cistina,  forse la cisteina,  l’istidina,  la glicina, la tirosina). Deve essere  instaurato un apporto bilanciato di tutte le vitamine e, solo se occorre, ottenerlo attraverso  l’integrazione alimentare. È altrettanto utile e funzionale somministrare oligoelementi solo in caso di carenza accertata.  

IL CICLO DI VITA DEL CAPELLO

Nel follicolo si alternano normalmente cicli di crescita e cicli di riposo. Ogni volta che un capello in telogen è caduto il follicolo ne forma uno nuovo in anagen. A differenza degli animali nell’essere umano il ricambio dei capelli avviene con modalità a “mosaico” ed ogni follicolo produce il suo capello indipendentemente da quelli vicini. In questo modo non si alternano periodi di presenza o assenza di capelli come per gli animali (muta). Una “accelerazione” del ricambio è tuttavia presente nella maggioranza degli individui in primavera e autunno (effluvium stagionale fisiologico). La fase ANAGEN (con 6 sottofasi) dura in media 2 – 4 anni nell’uomo e 3 – 7 anni nella donna.  Considerato che il capello si allunga di circa 1 cm al mese (nella donna può arrivare a 1,5 cm), si comprende come le lunghezze massime raggiungibili nei capelli possano essere assai differenti nei due sessi. In questa fase il capello (ben ancorato con le sue guaine) può essere asportato solo esercitando una forte trazione (accompagnata da sensazione dolente).La fase CATAGEN dura in media 15 giorni. È la fase di progressivo fermo delle varie funzioni vitali ed inizia con l’arresto dell’attività dei melanociti seguita da quello delle cellule della matrice e poi dalla scomparsa della guaina epiteliale interna.Nella fase TELOGEN il capello in telogen prima di cadere rimane sul cuoio capelluto per circa 90-100 giorni. È il periodo terminale del ciclo durante il quale il capello si trova ancora nel follicolo pilifero ma in cui le attività mitotiche sono completamente cessate. I capelli in telogen possono essere asportati se si esercita una trazione anche modesta (senza sensazione dolente).Un tricogramma “normale” indica  che:

  • circa l’ 85% dei capelli è in fase anagen 
  • circa il 13 – 15%  in fase telogen 
  • circa l’ 1 – 2% in fase catagen 
In realtà, quel teorico 13 – 15% di capelli in telogen, considerato “normale” e diagnosticato spesso come “tranquillizzante” si verifica solo tre volte all’anno ovvero all’inizio di febbraio,  all’inizio di maggio e a fine ottobre. Nel mese di luglio un tricogramma normale dimostra che ben il 30% dei capelli sono in telogen e solo il 70% in anagen. Un altra “punta” ma meno alta di telogen si ha anche in gennaio quando questi raggiungono circa il 25%. La caduta dei capelli avviene dopo circa tre mesi dall’inizio della fase telogen e pertanto sarà massima ad ottobre ed ad aprile,  bassa fra gennaio e febbraio,  minima fra giugno e luglio.